TE VE OREZ
The e riso ci sono in Cina, in questo paese sperduto
E nel nostro paese c’è lo scirocco, e vari tipi di malaria.
Che importa, non importa nei villaggi dormirò Ho un pezzo di pane, non ho un pezzo di pane che differenza fa
Nella cucina c’è una giovane donna, nella comunità ce ne sono due
Bisogna uscire per lavorare, mi mancano i pantaloni.
Che importa, non importa nei villaggi dormirò Ho un pezzo di pane, non ho un pezzo di pane che differenza fa
Tutto il giorno ho costruito una strada, è faticoso
E alla sera, che disdetta non ho la forza per passeggiare.
Che importa, non importa nei villaggi dormirò Ho un pezzo di pane, non ho un pezzo di pane che differenza fa
Per il mal di pancia olio di ricino e per la malaria hinné
Nel mio cuore un dolore antico, che rimedio mi preparerò?
Che importa, non importa nei villaggi dormirò Ho un pezzo di pane, non ho un pezzo di pane che differenza fa La danza e i suoi simboli La Festa di Purim Te Ve Orez con il suo carattere gioioso e scherzoso appartiene al repertorio delle danze destinate alla festa di Purim chiamata anche Festa delle Sorti. Il messaggio nascosto dietro al nome di questa festa è che il futuro non è deciso dal fato, ma da Dio. Per dimostrare che le cose non sempre sono come sembrano e che la volontà di Dio è imperscrutabile, è tradizione a Purim indossare costumi in maschera e la cosa si spinge fino al punto di fare la satira degli insegnamenti ebraici. Purim è una festa minore collegata con la storia narrata nel libro di Ester. L’episodio, narra la Bibbia, avvenne a Susa, alla corte del re Serse (Assuero, nella Bibbia), la cui sposa regina era l’ebrea Ester. Questa, tramite lo zio Mardocheo impiegato a corte, scoprì un complotto organizzato da un alto funzionario (Aman) per sterminare tutti gli ebrei. Con il suo intervento fatto di fede in Dio e di coraggio, ella riuscì a capovolgere le sorti (in ebraico: Purìm) ed a far eliminare tutti coloro che avevano organizzato lo sterminio degli ebrei. La regina stessa, continua la Bibbia, istituì una festa da celebrarsi ogni anno perché «si facessero di questi giorni, giorni di convito e di letizia, scambiandosi cibi e bevande e facendo donativi ai poveri» (Est 9,22). La festa è preceduta da un digiuno a ricordo di quello fatto dalla regina. Nella sinagoga viene letto il libro di Ester e quando il lettore pronuncia i nomi dei figli di Aman, si scatena il baccano: i presenti battono i piedi, picchiano sulle panche mentre i ragazzi suonano le raganelle. Purim è soprattutto la loro festa: si vestono in maschera a rappresentare i personaggi biblici e girano per le strade come nel nostro carnevale. Gli adulti organizzano rappresentazioni degli eventi biblici più popolari e si lasciano trasportare da espressioni di gioia a volte sfrenate.
Materiale ad uso didattico redatto da Paola Varricchio – riproduzione vietata – Dott.ssa Paola Varricchio – Danzamovimentoterapeuta – tel. e fax 049 8806354 – cell. 348 6040338 – e-mail: [email protected]
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