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CONTROLLO DELLE PARASSITOSI OVINE
DURANTE LA MONTICAZIONE
Roncoroni C.1, De Liberato C.2, Tancredi F.1, Palocci G.3,
Boselli C.4, Giangolini G.4, Scarici E.4, Tripaldi C.3, Fagiolo A.5
1 DIREZIONE OPERATIVA PRODUZIONI ZOOTECNICHE - Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana Roma Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana Roma 3 CENTRO DI RICERCA PRODUZIONE DELLE CARNI Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura 4 DIREZIONE OPERATIVA CONTROLLO DELL’IgIENE DELLA PRODUZIONE Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana Roma 5 AREA TEMATICA IgIENE ALLEVAMENTI PRODUZIONI Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana Roma Riassunto
La monticazione degli animali rappresenta un importante strumento per il mantenimento di un ambiente fruibile nel tempo e per la valorizzazione del territorio. L’interazione animale-ambiente può esporre maggiormente al rischio di malattie infestive, cui la pecora, in particolare, risulta più suscettibile di altre specie, con ripercussioni a volte importanti sulla produttività. Allo scopo di ridurre l’impatto ambientale, la lotta alle parassitosi gastroenteriche può avvalersi di metodi altern- ativi all’impiego degli antiparassitari di sintesi, fra cui il ricorso agli antielmintici di origine naturale. In un’azienda ovina, durante la monticazione, si sono effettuati trattamenti antiparassitari sull’intero gregge. I soggetti in produzione hanno ricevuto un prodotto fitoterapico in due somministrazioni (gruppo f), mentre la restante parte è stata trattata con un antielmintico convenzionale (netobimin 5%)(gruppo C). Per ogni gruppo sono stati eseguiti prelievi individuali di feci su 10 soggetti, prima dei trattamenti (T ), e dopo 3, 8, 16 e 30 giorni (T , T , T e T ). Mediante la tecnica di McMaster modificata sono state valutate il numero di uova di strongili gastrointestinali per grammo di feci (epg) e la percentuale di riduzione del numero delle uova per grammo di feci (fECR%). I risultati dell’analisi delle epg ottenute nei due gruppi ha evidenziato la presenza di differenze significative, peraltro assenti a T , solo durante il prelievo effettuato a distanza di 8 giorni dal trattamento (T ) con una minore carica parassitaria negli animali che hanno ricevuto l’antielmintico convenzionale. L’eliminazione di uova dei due gruppi sperimentali si è caratterizzata per un simile andamento nel tempo, seppur con diversi valori assoluti e i valori di fECR a T e T sono caratterizzati dai migliori risultati per entrambi i trattamenti. Si è però notato che il giovamento conseguente alla sommin- istrazione dei due prodotti, in termini di fECR, cala già ad un mese dalla sua effettuazione, il che sottolinea l’importanza di impiegare contemporaneamente diverse strategie di controllo.
Abstract
Ovine internal parasite control in the traditional mountain pastoralism system – Mountain
pastoralism is a traditional activity essential to maintain the landscape and all the environmental added values. Indeed the use of marginal foraging resources can expose the animals to parasit- ism, especially sheep that tend to be very susceptible to parasites and their damages. Control programs are always more directed towards alternative methods respect to the use of chemical products, as the natural dewormers. During the mountain pastoralism season, a flock have been dewormed using a chemical anthelmintic (group C) but for the lactating sheep who received a natural dewormer (group F). Ten animals per group were followed performing a McMaster fecal egg count on fecal samples taken before treatments (T ), and at a distance of 3,8,16 and 30 days (T , T , T and T ) T sampling evidenced a lower fecal egg count in group C and a significant difference between groups (absent at T ). Mean epg of the different groups showed a similar trend over time, apart from the differences in absolute values. The fecal egg count reduction test (FECRT) proved that better results are evidenced at T and T in both experimental groups. The fact that the treat- ment effects are already lower at T stresses that effective control programs should combine the use of dewormers with appropriate grazing management. Introduzione
Alla indiscussa rilevanza economica che l’allevamento ovi-caprino ha nella zootecnia nazionale, soprattutto in alcune aree geografiche, si sommano quel- la sociale, di salvaguardia del territorio, dell’ambiente e della conservazione della cultura e delle tradizioni locali. Permane ancora il dualismo tra le nume- rose, piccole aziende di collina e montagna, che frequentemente valorizzano il prodotto con la trasformazione, la vendita diretta e l’agriturismo, e i pochi, gros- si allevamenti di pianura, fornitori di materia prima per l’industria di trasforma- zione. Peraltro nelle aree montane, ove fra le poche attività primarie possibili vi è il pascolo, la monticazione degli animali rappresenta un importante strumento per il mantenimento di un ambiente fruibile nel tempo e per la valorizzazione del Questa interazione animale-ambiente, se non ben gestita dall’allevatore, rappresenta però il presupposto per lo sviluppo di malattie infestive-infettive, sindromi carenziali (mancato soddisfacimento dei fabbisogni vitaminici e mine- rali, nonché di quelli più elementari: idrico, energetico e proteico), malattie tellu- riche, sofferenza climatica. La pecora in particolare risulta più suscettibile di altre specie agli endoparassiti, che determinano spesso un’azione sottrattiva ed espoliatrice e un conseguente depauperamento delle riserve organiche, vitami- niche e minerali. Si possono anche avere effetti flogistici, irritativi e tossici, che rientrano nel quadro dello stato prepatologico di abbassamento della produt- La lotta alle parassitosi gastroenteriche ovine si è per lungo tempo basata esclusivamente sull’impiego di sostanze chimiche di sintesi, che in molti casi si sono dimostrate tutt’altro che rispondenti al modello di farmaco ideale, sia per il loro impatto ambientale che per l’efficacia sul campo. fra i rischi potenzialmen- te associati al trattamento chimico delle parassitosi, possono annoverarsi gli effetti collaterali immediati, la resistenza degli organismi bersaglio, la necessità di ripetere sempre più frequentemente i trattamenti con potenziale accumu- lo dei residui e, non ultimo, la contaminazione della catena alimentare (USDA La possibilità di contaminazione ambientale legata all’impiego di antiparas- sitari di sintesi si esplica fin dalla loro produzione e continua a valle dei tratta- menti. Oltre al ben noto capitolo dei residui nelle carni con entrata nella filiera produttiva degli alimenti destinati all’uomo, vi è la questione rappresentata dalla presenza di residui chimici nelle feci. Solo recentemente l’accresciuta sensibi- lità della società nei confronti della tutela dell’ambiente e la risonanza di alcuni episodi di contaminazione chimica, hanno comportato una diffusa preoccupa- zione nei confronti dei contaminanti ambientali. La presenza di residui farma- cologici nelle feci animali, con persistenze di giorni, settimane o anche mesi, produce effetti a danno della biodiversità, della sostenibilità delle produzioni e della sicurezza alimentare. Tali sostanze, o i loro metabolici, vengono escrete nelle feci e possono esercitare effetti letali su predatori o parassiti di insetti noci- vi, o su agenti di decomposizione delle feci. In caso di rallentata degradazione, le feci rappresentano un ideale sito di riproduzione per insetti potenzialmente dannosi e un riparo per i nematodi; si riduce, inoltre, la superficie pascolabile e Un altro effetto indesiderato connesso all’uso e all’abuso dei trattamenti antiparassitari è la comparsa della resistenza agli antielmintici. Nonostante non sia nota la reale diffusione di questo fenomeno, l’OIE ha stimato che su un totale di 77 paesi, il 54,5% ha problemi di resistenza di ecto- ed endoparassiti, il 20% in particolare degli elminti (fAO, 2006).
Una possibile strategia volta a fronteggiare le problematiche sopra esposte è l’impiego di metodi non chimici. Si assiste perciò ad una riscoperta dei metodi di controllo integrato, che al limitato uso di antielmintici affiancano strategie agronomiche e di gestione dei pascoli per controllare le cariche infestanti con tecniche elusive, preventive e di diluizione. L’impiego di sostanze ad azione antiparassitaria di origine naturale, in alternativa a quelle di sintesi, rappresen- ta un’interessante opportunità. D’altra parte la fitomedicina è stata usata per secoli anche a scopo antiparassitario e molti principi attivi dei farmaci attual- mente in uso provengono dal regno vegetale. Tuttavia, anche l’uso di farmaci fitoderivati va valutato attentamente; i vermifughi naturali ad esempio possono risultare tossici e, non necessitando di dati sperimentali per la loro approvazio- ne e registrazione, le proprietà di sicurezza ed efficacia possono non essere sufficientemente controllate (Thamsborgh et al., 1999). Diversi sono i tipi di trials sviluppati per i prodotti antielmintici, a seconda che si intenda testare l’efficacia, il dosaggio, la persistenza nel tempo ovvero l’esistenza di ceppi di parassiti ad essi resistenti. L’azione del principio attivo viene valutata confrontando i dati di carica parassitaria degli stessi animali prima e dopo il trattamento o di animali trattati e non trattati (gruppo controllo). Uno dei test più utilizzati per valuta- re l’efficacia di molecole a supposta azione antielmintica è il fecal egg count reduction test (fECRT), basato sul calcolo dell’epg con il metodo di McMaster, il più usato test diagnostico quantitativo per la diagnosi coproparassitologica. Questo tipo di metodo ha il pregio di non richiedere il sacrificio degli animali, basandosi esclusivamente sulla conta delle uova emesse con le feci, è standar- dizzato a livello internazionale ed è economico. Tuttavia le più moderne linee guida non ritengono questo sistema sufficientemente affidabile. Non è infat- ti possibile arrivare ad un’identificazione specifica degli strongili presenti, non essendo le uova di questo gruppo di nematodi, ad eccezione di quelle dei gene- ri Nematodirus e Strongiloides, dotate di caratteri morfologici o morfometrici distintivi. Non si può pertanto escludere che diversi generi e specie di strongili presentino risposte diverse alle molecole testate e la presenza di infestazioni miste potrebbe rendere inattendibile il fECRT. Inoltre ripetendo il test di McMa- ster sullo stesso campione si ottengono a volte valori di epg tanto variabili da non consentire analisi statistiche attendibili. Per ovviare ai difetti insiti nel fECRT, le più recenti linee guida ritengono necessario lavorare sulla conta di parassiti adulti e/o larve, conta che si può effettuare unicamente mediante il sacrificio di animali prima (controllo) e dopo il trattamento. Tuttavia si può utilizzare il solo fECRT per studi di campo sull’ef- ficacia (Vercruysse et al., 2001). In effetti quest’ultimo è stato il tipo di approc- cio della presente sperimentazione, che si è proposta di verificare gli effetti dell’impiego di un prodotto di origine vegetale, privo di tempi di sospensione e a basso impatto ambientale, in una azienda commerciale che si avvale di pascoli Materiali e metodi
L’azienda oggetto dello studio si trova nel Lazio, in provincia di Rieti. L’alle- vamento è costituito da incroci di razze da latte, e si avvale della presenza di un caseificio aziendale. La consistenza è di 500 capi circa, di cui 400 in mungitura Lo studio si è svolto in primavera inoltrata, nel periodo del trasferimento degli animali dall’ovile e dai pascoli situati ad una quota media di 830 m s.l.m., ai pascoli di montagna, situati ad una quota media di 1150 m s.l.m. E’ previ- sto l’esclusivo sfruttamento delle risorse foraggere senza alcuna integrazione alimentare. Sull’area utilizzata dagli animali, estesa per circa 95 ettari di super- ficie, di cui 55 a pascolo e il resto a bosco pascolato, sono stati effettuati rilievi floristici ed è stato determinato il valore pastorale secondo il metodo lineare Il valore pastorale medio è risultato di 36,71±10,39, con valore minimo di 24,53 e massimo di 49,81, mentre in base alle 385 presenze rilevate nei transet- ti, il genere più rappresentato è risultato Festuca con 91 presenze, C. S. 23,1%; seguono Bromus con 58 presenze, C. S. 15,1%; Lolium con 42 presenze, C. S. 10,9%; Trifolium con 31 presenze, C. S. 8,1% e infine Medicago con 30 presen- ze, C. S. 7,8%. Si tratta di pascoli xerici con affioramenti rocciosi o depositi detritici superficiali. Localmente è risultata rilevante la presenza di piante spino- se, in particolare Carduus nutans L. subsp. nutans, Carlina acanthifolia All. ed altre specie indicatrici di degrado, riconducibili ad una non corretta gestione del pascolo. Nelle zone pianeggianti, dove il suolo diviene più profondo e si atte- nuano le condizioni di xericità, la copertura del suolo appare invece piuttosto uniforme e tra le specie d’interesse pabulare è risultata rilevante la presenza di Allo scopo di effettuare una stima del grado di infestazione del gregge, sono stati prelevati alcuni pool di feci all’inizio della primavera (T (T ) è stato ottenuto da 5 soggetti comprendenti agnelle, primipare e pluripare nel periparto. Al tempo T i prelievi sono stati effettuati su 20 soggetti ottenen- do quattro pool di cui uno di sole primipare. Si sono poi attese due settima- ne dallo spostamento degli animali in montagna, per consentire l’adattamento degli animali al nuovo ambiente, prima di dare inizio alla prova. Durante la terza settimana di permanenza sul pascolo montano si sono effettuati i primi prelievi individuali di feci (T ), 20g per animale prelevati direttamente dall’ampolla retta- le, da 19 soggetti adulti, scelti casualmente nell’ambito del gregge in modo da raggiungere un totale di 9 animali in lattazione e 10 in asciutta (dei 10 soggetti in lattazione uno è deceduto nel corso della prova). Contestualmente gli stessi sono stati marcati per permettere la loro individuazione nei successivi prelievi. Al prelievo ha fatto seguito il trattamento antielmintico di tutto l’effettivo che è stato eseguito in maniera differenziata. Agli animali in lattazione (gruppo fitotera- pico: f) sono stati somministrati per os 12ml di un prodotto fitoderivato ad azio- ne antiparassitaria, disponibile in commercio, contenente, così come riportato sulla confezione, estratti di Cardus m., Gentiana l., Urtica f., Mallotus, Dryopte- ris, Eucaliptus. Il gruppo f è stato sottoposto ad una seconda somministrazione dello stesso prodotto a T . La restante parte del gregge (gruppo di controllo: C) è stata trattata con un antielmintico convenzionale contenente netobimin al 5%, con un dosaggio pro capite di 1,25 g in un’unica somministrazione. I due gruppi hanno condiviso ricoveri e pascoli per tutta la durata della prova. I prelie- vi individuali di feci sono stati ripetuti sugli stessi soggetti a distanza di 3-8-16 e 30 giorni dal trattamento (tempi T , T , T e T ). Nel caso l’ampolla rettale sia stata trovata vuota, non essendo possibile far ripassare i soggetti una seconda volta, in qualche prelievo alcuni dati possono risultare mancanti. I campioni di feci, opportunamente identificati e refrigerati, sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana e proces- sati entro 24h. Il numero di uova di strongili gastrointestinali per grammo di feci (epg) è stato calcolato utilizzando la tecnica di McMaster modificata (sensibilità L’analisi della varianza è stata eseguita con la procedura gLM del pacchetto statistico SAS, considerando come fattore fisso il gruppo di appartenenza e La percentuale di riduzione del numero delle uova per grammo di feci (fECR%) è stata calcolata sulla base dei dati individuali ottenuti prima del trat- tamento e a T , T , T e T , utilizzando le medie aritmetiche per gruppo (Kocha- pakdee et al., 1995) secondo la seguente formula: ove epg è la epg prima del trattamento ed epg quella dopo il trattamen- to. In tale maniera, per ogni gruppo di animali il controllo è stato rappresentato dalle epg medie dello stesso, ottenute a T .
Risultati
L’analisi delle feci a T-60 ha evidenziato la presenza di un’infestazione da strongili gastrointestinali rilevante (1850 epg). I risultati del prelievo successivo (T-30) hanno confermato livelli di infestazione passibili di determinare ripercus- sioni sulla produttività degli animali, particolarmente fra le primipare e in un gruppo di pluripare (300 e 600 epg, rispettivamente).
I prelievi individuali, eseguiti a tempo 0 su 10 soggetti in asciutta e 9 in latta- zione, hanno confermato i livelli di infestazione e la variabilità riscontrati con i pool. Le cariche pre-trattamento sono risultate in media pari a 165 epg per il gruppo di controllo e 228 epg per il gruppo trattato col fitoterapico, partendo da un minimo di 0 ed arrivando ad un massimo di 1200 epg. L’analisi statisti- ca non ha evidenziato differenze significative tra i due gruppi. Raffrontando i valori medi delle epg ottenute nei due gruppi negli altri prelievi (tabella 1), si è potuto evidenziare che il trattamento ha determinato una differenza significativa (P<0,05) in T , ma che tale significatività viene meno già a partire dal prelievo Tabella 1 - Livelli medi di epg nei due gruppi nei diversi prelievi.
Lettere diverse indicano differenze significative (P<0,05).
L’andamento nel tempo della fECR del gruppo f (figura 1) è risultato simile a quello del gruppo trattato col prodotto convenzionale, benché con diversi Figura 1 - Andamento nel tempo delle epg medie nei due gruppi.
I risultati del calcolo delle fECR di gruppo, vengono riportati in tabella 2. La massima efficacia, per entrambi i trattamenti, si realizza a T e T , confermando i risultati ottenuti precedentemente, con lo stesso prodotto, su animali giovani (De Liberato et al., 2007). Interessante notare poi come la fECR decresca già a T , sia nel gruppo f che nel gruppo C, da cui si potrebbe evincere che il secondo trattamento effettuato con il prodotto fitoterapico non sembra agire con una riduzione del numero delle uova, così come evidenziato dopo il primo trattamento. In effetti, considerate le cariche di partenza e ancor più quelle a T , non sussistevano indicazioni per un secondo intervento. Il trattamento conven- zionale ha mostrato valori di riduzione indicativi di efficacia, mentre il fitotera- pico non ha superato il valore soglia fissato per i prodotti convenzionali (90%) confermando quanto sostenuto da alcuni autori (githiori et al., 2006), secondo cui l’impiego delle piante e dei loro derivati raramente eguaglia in termini di effi- Tabella 2 - Percentuale di riduzione del numero delle uova per grammo di feci (fECR) per i due gruppi,
nei diversi prelievi effettuati.
Considerazioni
I risultati illustrati permettono di affermare che nell’azienda in questione non sussistono fenomeni di resistenza al netobimin, sebbene venga costantemente impiegato in alternanza con l’albendazolo. Nonostante nella scelta dell’azien- da si sia tenuto conto del grado di infestazione degli animali, nel corso della prova le cariche parassitarie individuali di partenza sono risultate, in alcuni casi, inferiori ai valori minimi (100, 150, 750 uova per grammo di feci) indicati da vari autori (Cernanska et al., 2006; Bartley et al., 2006; Ademola et al., 2004; 2005) per individuare differenze statisticamente significative tra le cariche parassita- rie riscontrate prima e dopo il trattamento o tra controllo e animali trattati. La numerosità campionaria è invece sempre stata maggiore del minimo consigliato di 6 animali per gruppo (Vercruysse et al., 2001), tranne che nel secondo prelie- Tali problematiche sono insite nel tipo di prova prescelto. Essendo stata impostata fin dall’inizio come prova di campo, è stato difficile controllare alcu- ne variabili, ma questo ha permesso di verificare, ad esempio, come l’utilizzo di prodotti efficaci da solo non basti. In effetti, il giovamento conseguente alla somministrazione dei due prodotti, in termini di fECR, cala già ad un mese dalla sua effettuazione. E questo probabilmente in ragione del fatto che gli animali permangono sullo stesso pascolo, il che rispecchia per altro quanto succede il più delle volte nella realtà zootecnica, soprattutto in ambiente montano ove la giacitura e la natura del terreno rendono difficili, se non impossibili, suddivisioni e lavorazioni. Un punto critico nella valutazione della validità dei fitoderivati a scopo antiparassitario è l’individuazione di una soglia di riduzione che definisca i livelli di efficacia accettabili, che non possono certo essere quelli applicati ai prodotti di sintesi. Anche in assenza di una soglia di efficacia specifica per questi prodotti, la presente esperienza ha permesso di verificare un andamento nel tempo della fECR simile a quello del prodotto convenzionale, benché con diversi valori assoluti. Da tale risultato emerge la possibilità di ricorrere ad uno strumento in più in caso di necessità di trattare animali in produzione. Si confer- ma però l’importanza di affiancare a questi, come a tutti i trattamenti, anche l’attenzione al carico di animali, alla turnazione dei pascoli e agli interventi agro- Bibliografia
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Source: http://www.sozooalp.it/fileadmin/superuser/quaderni/quaderno_5/16_Roncoroni_SZA5.pdf

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Kvalitet i strålskyddsarbetet, 3-5 februari 2004 Strålskydd och kvalitetssäkring i ett ekonomiskt perspektiv Magnus Halin Fortum Power and Heat, Generation, Lovisa kraftverk Rubriken Strålskydd och kvalitetssäkring i ett ekonomiskt perspektiv ger möjlighet att betrakta nämnda faktorer ur olika synvinklar. I dagens läge betyder det ekonomiska perspektivet oftast att arbetet/verk

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