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ISTRUZIONE DIGNITAS PERSONAE
SU ALCUNE QUESTIONI DI BIOETICA
INTRODUZIONE
1. Ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, va riconosciuta la dignit€ di persona. Questo principio fondamentale, che esprime un grande “s•” alla vita umana, deve essere posto al centro della riflessione etica sulla ricerca biomedica, che riveste un’importanza sempre maggiore nel mondo di oggi. Il Magistero della Chiesa ‚ gi€ intervenuto piƒ volte, al fine di chiarire e risolvere i relativi problemi morali. Di particolare rilevanza in questa materia ‚ stata l’Istruzione Donum vitae [1]. A vent’anni dalla sua pubblicazione ‚ emersa nondimeno l’opportunit€ di apportare un aggiornamento a tale documento.
L’insegnamento di detta Istruzione conserva intatto il suo valore sia per i principi richiamati
sia per le valutazioni morali espresse. Nuove tecnologie biomediche, tuttavia, introdotte in
questo ambito delicato della vita dell’essere umano e della famiglia, provocano ulteriori
interrogativi, in particolare nel settore della ricerca sugli embrioni umani e dell’uso delle
cellule staminali a fini terapeutici nonch„ in altri ambiti della medicina sperimentale, cos… da
sollevare nuove domande che richiedono altrettante risposte. La rapidit€ degli sviluppi in
ambito scientifico e la loro amplificazione tramite i mezzi di comunicazione sociale
provocano attese e perplessit€ in settori sempre piƒ vasti dell’opinione pubblica. Al fine di
regolamentare giuridicamente tali problemi, le Assemblee legislative sono spesso sollecitate
a prendere decisioni, coinvolgendo talora anche la consultazione popolare.
Queste ragioni hanno portato la Congregazione per la Dottrina della Fede a predisporre una nuova Istruzione di natura dottrinale, che affronta alcune problematiche recenti alla luce dei criteri enunciati nell’Istruzione Donum vitae e riprende in esame altri temi gi€ trattati, ma ritenuti bisognosi di ulteriori chiarimenti.
2. Nel procedere a questo esame, si ‚ inteso sempre tenere presenti gli aspetti scientifici, giovandosi dell’analisi della Pontificia Accademia per la Vita e di un gran numero di esperti, per confrontarli con i principi dell’antropologia cristiana. Le Encicliche Veritatis splendor [2]ed Evangelium vitae [3] di Giovanni Paolo II ed altri interventi del Magistero offrono chiare indicazioni di metodo e di contenuto per l’esame dei problemi considerati.
Nel variegato panorama filosofico e scientifico attuale ‚ possibile constatare di fatto una ampia e qualificata presenza di scienziati e di filosofi che, nello spirito del giuramento di Ippocrate, vedono nella scienza medica un servizio alla fragilit€ dell’uomo, per la cura delle malattie, l’alleviamento della sofferenza e l’estensione delle cure necessarie in misura equa a tutta l’umanit€. Non mancano, per†, rappresentanti della filosofia e della scienza che considerano il crescente sviluppo delle tecnologie biomediche in una prospettiva sostanzialmente eugenetica.
3. La Chiesa cattolica, nel proporre principi e valutazioni morali per la ricerca biomedica sulla vita umana, attinge alla luce sia della ragione sia della fede, contribuendo ad elaborare una visione integrale dell’uomo e della sua vocazione, capace di accogliere tutto ci† che di buono emerge dalle opere degli uomini e dalle varie tradizioni culturali e religiose, che non raramente mostrano una grande riverenza per la vita.
Il Magistero intende portare una parola di incoraggiamento e di fiducia nei confronti di una prospettiva culturale che vede la scienza come prezioso servizio al bene integrale della vita e della dignitƒ di ogni essere umano. La Chiesa pertanto guarda con speranza alla ricerca scientifica, augurando che siano molti i cristiani a dedicarsi al progresso della biomedicina e a testimoniare la propria fede in tale ambito. Auspica inoltre che i risultati di questa ricerca siano resi disponibili anche nelle aree povere e colpite dalle malattie, per affrontare le necessit€ piƒ urgenti e drammatiche dal punto di vista umanitario. E infine intende essere presente accanto ad ogni persona che soffre nel corpo e nello spirito, per offrire non soltanto un conforto, ma la luce e la speranza. Queste danno senso anche ai momenti della malattia e all’esperienza della morte, che appartengono di fatto alla vita dell’uomo e ne segnano la storia, aprendola al mistero della Risurrezione. Lo sguardo della Chiesa infatti ‚ pieno di fiducia perch„ ‡la vita vincer€: ‚ questa per noi una sicura speranza. S…, vincer€ la vita, perch„ dalla parte della vita stanno la verit€, il bene, la gioia, il vero progresso. Dalla parte della vita ‚ Dio, che ama la vita e la dona con larghezzaˆ [4].
La presente Istruzione si rivolge ai fedeli e a tutti coloro che cercano la verit€ [5]. Essa comprende tre parti: la prima richiama alcuni aspetti antropologici, teologici ed etici di importanza fondamentale; la seconda affronta nuovi problemi riguardanti la procreazione; la terza prende in esame alcune nuove proposte terapeutiche che comportano la manipolazione dell’embrione o del patrimonio genetico umano.
PRIMA PARTE:
ANTROPOLOGICI,
TEOLOGICI
DELLA VITA E DELLA PROCREAZIONE UMANA
4. Negli ultimi decenni le scienze mediche hanno sviluppato in modo considerevole le loro conoscenze sulla vita umana negli stadi iniziali della sua esistenza. Esse sono giunte a conoscere meglio le strutture biologiche dell’uomo e il processo della sua generazione. Questi sviluppi sono certamente positivi e meritano di essere sostenuti, quando servono a superare o a correggere patologie e concorrono a ristabilire il normale svolgimento dei processi generativi. Essi sono invece negativi, e pertanto non si possono condividere, quando implicano la soppressione di esseri umani o usano mezzi che ledono la dignit€ della persona oppure sono adottati per finalit€ contrarie al bene integrale dell’uomo. Il corpo di un essere umano, fin dai suoi primi stadi di esistenza, non ‚ mai riducibile all’insieme delle sue cellule. Il corpo embrionale si sviluppa progressivamente secondo un “programma” ben definito e con un proprio fine che si manifesta con la nascita di ogni bambino.
Giova qui richiamare il criterio etico fondamentale espresso nell’Istruzione Donum vitae per valutare tutte le questioni morali che si pongono in relazione agli interventi sull’embrione umano: ‡Il frutto della generazione umana dal primo momento della sua esistenza, e cio‚ a partire dal costituirsi dello zigote, esige il rispetto incondizionato che ‚ moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalit€ corporale e spirituale. L’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di ogni essere umano innocente alla vitaˆ [6].
5. Quest’affermazione di carattere etico, riconoscibile come vera e conforme alla legge morale naturale dalla stessa ragione, dovrebbe essere alla base di ogni ordinamento giuridico [7]. Essa suppone, infatti, una veritƒ di carattere ontologico, in forza di quanto la suddetta Istruzione ha evidenziato, a partire da solide conoscenze scientifiche, circa la continuit€ dello sviluppo dell’essere umano.
Se l’Istruzione Donum vitae non ha definito che l’embrione ‚ persona, per non impegnarsi espressamente su un’affermazione d’indole filosofica, ha rilevato tuttavia che esiste un nesso intrinseco tra la dimensione ontologica e il valore specifico di ogni essere umano. Anche se la presenza di un’anima spirituale non pu† essere rilevata dall’osservazione di nessun dato sperimentale, sono le stesse conclusioni della scienza sull’embrione umano a fornire ‡un’indicazione preziosa per discernere razionalmente una presenza personale fin da questo primo comparire di una vita umana: come un individuo umano non sarebbe una persona umana?ˆ [8]. La realt€ dell’essere umano, infatti, per tutto il corso della sua vita, prima e dopo la nascita, non consente di affermare n„ un cambiamento di natura n„ una gradualit€ di valore morale, poich„ possiede una piena qualificazione antropologica ed etica. L’embrione umano, quindi, ha fin dall’inizio la dignit€ propria della persona.
6. Il rispetto di tale dignit€ compete a ogni essere umano, perch„ esso porta impressi in s„ in maniera indelebile la propria dignit€ e il proprio valore. L’origine della vita umana, d’altra parte, ha il suo autentico contesto nel matrimonio e nella famiglia, in cui viene generata attraverso un atto che esprime l’amore reciproco tra l’uomo e la donna. Una procreazione veramente responsabile nei confronti del nascituro ‡deve essere il frutto del matrimonioˆ [9]. Il matrimonio, presente in tutti i tempi e in tutte le culture, ‡‚ stato sapientemente e provvidenzialmente istituito da Dio creatore per realizzare nell’umanit€ il suo disegno di amore. Per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, gli sposi tendono alla comunione delle loro persone, con la quale si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e all’educazione di nuove viteˆ [10]. Nella fecondit€ dell’amore coniugale l’uomo e la donna ‡rendono evidente che all’origine della loro vita sponsale vi ‚ un “s…” genuino che viene pronunciato e realmente vissuto nella reciprocit€, rimanendo sempre aperto alla vita… La legge naturale, che ‚ alla base del riconoscimento della vera uguaglianza tra le persone e i popoli, merita di essere riconosciuta come la fonte a cui ispirare anche il rapporto tra gli sposi nella loro responsabilit€ nel generare nuovi figli. La trasmissione della vita ‚ iscritta nella natura e le sue leggi permangono come norma non scritta a cui tutti devono richiamarsiˆ [11].
7. Œ convinzione della Chiesa che ci† che ‚ umano non solamente ‚ accolto e rispettato dalla fede, ma da essa ‚ anche purificato, innalzato e perfezionato. Dio, dopo aver creato l’uomo a sua immagine e somiglianza (cf. Gn 1, 26), ha qualificato la sua creatura come ‡molto buonaˆ (Gn 1, 31) per poi assumerla nel Figlio (cf. Gv 1, 14). Il Figlio di Dio nel mistero dell’Incarnazione ha confermato la dignit€ del corpo e dell’anima costitutivi dell’essere umano. Il Cristo non ha disdegnato la corporeit€ umana, ma ne ha svelato pienamente il significato e il valore: ‡In realt€ solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomoˆ [12].
Divenendo uno di noi, il Figlio fa s… che possiamo diventare ‡figli di Dioˆ (Gv 1,12), ‡partecipi della natura divinaˆ (2 Pt 1, 4). Questa nuova dimensione non contrasta con la dignit€ della creatura riconoscibile con la ragione da parte di tutti gli uomini, ma la eleva ad un ulteriore orizzonte di vita, che ‚ quella propria di Dio e consente di riflettere piƒ adeguatamente sulla vita umana e sugli atti che la pongono in essere [13].
Alla luce di questi dati di fede, risulta ancor piƒ accentuato e rafforzato il rispetto nei riguardi dell’individuo umano che ‚ richiesto dalla ragione: per questo non c’‚ contrapposizione tra l’affermazione della dignit€ e quella della sacralit€ della vita umana. ‡I diversi modi secondo cui nella storia Dio ha cura del mondo e dell'uomo, non solo non si escludono tra loro, ma al contrario si sostengono e si compenetrano a vicenda. Tutti scaturiscono e concludono all'eterno disegno sapiente e amoroso con il quale Dio predestina gli uomini “ad essere conformi all'immagine del Figlio suo” (Rm 8, 29)ˆ [14].
8. A partire dall’insieme di queste due dimensioni, l’umana e la divina, si comprende meglio il perch„ del valore inviolabile dell’uomo: egli possiede una vocazione eterna ed … chiamato a condividere l’amore trinitario del Dio vivente. Questo valore si applica a tutti indistintamente. Per il solo fatto d’esistere, ogni essere umano deve essere pienamente rispettato. Si deve escludere l’introduzione di criteri di discriminazione, quanto alla dignit€, in base allo sviluppo biologico, psichico, culturale o allo stato di salute. Nell’uomo, creato ad immagine di Dio, si riflette, in ogni fase della sua esistenza, ‡il volto del suo Figlio Unigenito… Questo amore sconfinato e quasi incomprensibile di Dio per l’uomo rivela fino a che punto la persona umana sia degna di essere amata in se stessa, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione – intelligenza, bellezza, salute, giovinezza, integrit€ e cos… via. In definitiva, la vita umana ‚ sempre un bene, poich„ “essa ‚ nel mondo manifestazione di Dio, segno della sua presenza, orma della sua gloria” (Evangelium vitae, 34)ˆ [15].
9. Queste due dimensioni di vita, quella naturale e quella soprannaturale, permettono anche di comprendere meglio in quale senso gli atti che consentono all’essere umano di venire all’esistenza, nei quali l’uomo e la donna si donano mutuamente l’uno all’altra, sono un riflesso dell’amore trinitario. ‡Dio, che ‚ amore e vita, ha inscritto nell’uomo e nella donna la vocazione a una partecipazione speciale al suo mistero di comunione personale e alla sua opera di Creatore e di Padreˆ [16].
Il matrimonio cristiano ‡affonda le sue radici nella naturale complementariet€ che esiste tra l’uomo e la donna, e si alimenta mediante la volont€ personale degli sposi di condividere l’intero progetto di vita, ci† che hanno e ci† che sono: perci† tale comunione ‚ il frutto e il segno di una esigenza profondamente umana. Ma in Cristo Signore, Dio assume questa esigenza umana, la conferma, la purifica e la eleva, conducendola a perfezione col sacramento del matrimonio: lo Spirito Santo effuso nella celebrazione sacramentale offre agli sposi cristiani il dono di una comunione nuova d'amore che ‚ immagine viva e reale di quella singolarissima unit€, che fa della Chiesa l'indivisibile Corpo mistico del Signore Gesƒˆ [17].
10. La Chiesa, giudicando della valenza etica di taluni risultati delle recenti ricerche della medicina concernenti l’uomo e le sue origini, non interviene nell’ambito proprio della scienza medica come tale, ma richiama tutti gli interessati alla responsabilit€ etica e sociale del loro operato. Ricorda loro che il valore etico della scienza biomedica si misura con il riferimento sia al rispetto incondizionato dovuto ad ogni essere umano, in tutti i momenti della sua esistenza, sia alla tutela della specificitƒ degli atti personali che trasmettono la vita. L’intervento del Magistero rientra nella sua missione di promuovere la formazione delle coscienze, insegnando autenticamente la verit€ che ‚ Cristo, e nello stesso tempo dichiarando e confermando autoritativamente i principi dell’ordine morale che scaturiscono dalla stessa natura umana [18].
SECONDA PARTE:
NUOVI PROBLEMI RIGUARDANTI LA PROCREAZIONE
11. Alla luce dei principi sopra ricordati occorre ora prendere in esame alcuni problemi riguardanti la procreazione, emersi e meglio delineatisi negli anni successivi alla pubblicazione dell’Istruzione Donum vitae. Le tecniche di aiuto alla fertilit€
12. Per quanto riguarda la cura dell’infertilitƒ, le nuove tecniche mediche devono rispettare tre beni fondamentali: a) il diritto alla vita e all’integrit€ fisica di ogni essere umano dal concepimento fino alla morte naturale; b) l’unit€ del matrimonio, che comporta il reciproco rispetto del diritto dei coniugi a diventare padre e madre soltanto l’uno attraverso l’altro [19]; c) i valori specificamente umani della sessualit€, che ‡esigono che la procreazione di una persona umana debba essere perseguita come il frutto dell’atto coniugale specifico dell’amore tra gli sposiˆ [20]. Le tecniche che si presentano come un aiuto alla procreazione ‡non sono da rifiutare in quanto artificiali. Come tali esse testimoniano le possibilit€ dell’arte medica, ma si devono valutare sotto il profilo morale in riferimento alla dignit€ della persona umana, chiamata a realizzare la vocazione divina al dono dell’amore e al dono della vitaˆ [21].
Alla luce di tale criterio sono da escludere tutte le tecniche di fecondazione artificiale eterologa [22] e le tecniche di fecondazione artificiale omologa[23] che sono sostitutive dell’atto coniugale. Sono invece ammissibili le tecniche che si configurano come un aiuto all’atto coniugale e alla sua feconditƒ. L’Istruzione Donum vitae si esprime cos…: ‡Il medico ‚ al servizio delle persone e della procreazione umana: non ha facolt€ di disporre n„ di decidere di esse. L’intervento medico ‚ in questo ambito rispettoso della dignit€ delle persone, quando mira ad aiutare l’atto coniugale sia per facilitarne il compimento sia per consentirgli di raggiungere il suo fine, una volta che sia stato normalmente compiutoˆ [24]. E, a proposito dell’inseminazione artificiale omologa, dice: ‡L’inseminazione artificiale omologa all’interno del matrimonio non pu† essere ammessa, salvo il caso in cui il mezzo tecnico risulti non sostitutivo dell’atto coniugale, ma si configuri come una facilitazione e un aiuto affinch„ esso raggiunga il suo scopo naturaleˆ [25].
13. Sono certamente leciti gli interventi che mirano a rimuovere gli ostacoli che si oppongono alla fertilit€ naturale, come ad esempio la cura ormonale dell’infertilit€ di origine gonadica, la cura chirurgica di una endometriosi, la disostruzione delle tube, oppure la restaurazione microchirurgica della perviet€ tubarica. Tutte queste tecniche possono essere considerate come autentiche terapie, nella misura in cui, una volta risolto il problema che era all’origine dell’infertilit€, la coppia possa porre atti coniugali con un esito procreativo, senza che il medico debba interferire direttamente nell’atto coniugale stesso. Nessuna di queste tecniche sostituisce l’atto coniugale, che unicamente ‚ degno di una procreazione veramente responsabile.
Per venire incontro al desiderio di non poche coppie sterili ad avere un figlio, sarebbe inoltre auspicabile incoraggiare, promuovere e facilitare, con opportune misure legislative, la procedura dell’adozione dei numerosi bambini orfani, che hanno bisogno, per il loro adeguato sviluppo umano, di un focolare domestico. C’‚ da osservare, infine, che meritano un incoraggiamento le ricerche e gli investimenti dedicati alla prevenzione della sterilitƒ. Fecondazione in vitro ed eliminazione volontaria di embrioni
14. Il fatto che la fecondazione in vitro comporti assai frequentemente l’eliminazione volontaria di embrioni ‚ gi€ stato rilevato dall’Istruzione Donum vitae [26]. Alcuni pensavano che ci† fosse dovuto a una tecnica ancora parzialmente imperfetta. L’esperienza successiva ha dimostrato invece che tutte le tecniche di fecondazione in vitro si svolgono di fatto come se l’embrione umano fosse un semplice ammasso di cellule che vengono usate, selezionate e scartate.
Œ vero che circa un terzo delle donne che ricorrono alla procreazione artificiale giunge ad avere un bambino. Occorre tuttavia rilevare che, considerando il rapporto tra il numero totale di embrioni prodotti e di quelli effettivamente nati, il numero di embrioni sacrificati …altissimo [27]. Queste perdite sono accettate dagli specialisti delle tecniche di fecondazione in vitro come prezzo da pagare per ottenere risultati positivi. In realt€ ‚ assai preoccupante che la ricerca in questo campo miri principalmente a ottenere migliori risultati in termini di percentuale di bambini nati rispetto alle donne che iniziano il trattamento, ma non sembra avere un effettivo interesse per il diritto alla vita di ogni singolo embrione.
15. Spesso si obietta che tali perdite di embrioni sarebbero il piƒ delle volte preterintenzionali, o avverrebbero addirittura contro la volont€ dei genitori e dei medici. Si afferma che si tratterebbe di rischi non molto diversi da quelli connessi al processo naturale della generazione, e che voler comunicare la vita senza correre alcun rischio comporterebbe in pratica astenersi dal trasmetterla. Œ vero che non tutte le perdite di embrioni nell’ambito della procreazione in vitro hanno lo stesso rapporto con la volont€ dei soggetti interessati. Ma ‚ anche vero che in molti casi l’abbandono, la distruzione o le perdite di embrioni sono previsti e voluti. Gli embrioni prodotti in vitro che presentano difetti vengono direttamente scartati. Sono sempre piƒ frequenti i casi in cui coppie non sterili ricorrono alle tecniche di procreazione artificiale con l’unico scopo di poter operare una selezione genetica dei loro figli. Œ prassi ormai comune in molti Paesi la stimolazione del ciclo femminile per ottenere un alto numero di ovociti, che vengono fecondati. Tra gli embrioni ottenuti un certo numero ‚ trasferito nel grembo materno, e gli altri vengono congelati per eventuali futuri interventi riproduttivi. La finalit€ del trasferimento multiplo ‚ di assicurare, per quanto possibile, l’impianto di almeno un embrione. Il mezzo impiegato per giungere a questo fine ‚ l’utilizzo di un numero maggiore di embrioni rispetto al figlio desiderato, nella previsione che alcuni vengano perduti e, in ogni caso, si eviti la gravidanza multipla. In questo modo la tecnica del trasferimento multiplo comporta di fatto un trattamento puramente strumentale degli embrioni. Colpisce il fatto che n„ la comune deontologia professionale n„ le autorit€ sanitarie ammetterebbero in nessun altro ambito della medicina una tecnica con un tasso globale cos… alto di esiti negativi e fatali. Le tecniche di fecondazione in vitro in realt€ vengono accettate, perch„ si presuppone che l’embrione non meriti un pieno rispetto, per il fatto che entra in concorrenza con un desiderio da soddisfare.
Questa triste realt€, spesso taciuta, ‚ del tutto deprecabile, in quanto ‡le varie tecniche di riproduzione artificiale, che sembrerebbero porsi a servizio della vita e che sono praticate non poche volte con questa intenzione, in realt€ aprono la porta a nuovi attentati contro la vitaˆ [28].
16. La Chiesa, inoltre, ritiene eticamente inaccettabile la dissociazione della procreazione dal contesto integralmente personale dell’atto coniugale [29]: la procreazione umana ‚ un atto personale della coppia uomo-donna che non sopporta alcun tipo di delega sostitutiva. La pacifica accettazione dell’altissimo tasso di abortivit€ delle tecniche di fecondazione in vitrodimostra eloquentemente che la sostituzione dell’atto coniugale con una procedura tecnica – oltre a non essere conforme al rispetto che si deve alla procreazione, non riducibile alla sola dimensione riproduttiva – contribuisce ad indebolire la consapevolezza del rispetto dovuto ad ogni essere umano. Il riconoscimento di tale rispetto viene invece favorito dall’intimit€ degli sposi animata dall’amore coniugale. La Chiesa riconosce la legittimit€ del desiderio di un figlio, e comprende le sofferenze dei coniugi afflitti da problemi di infertilit€. Tale desiderio non pu† per† venir anteposto alla dignit€ di ogni vita umana, fino al punto di assumerne il dominio. Il desiderio di un figlio non pu† giustificarne la “produzione”, cos… come il desiderio di non avere un figlio gi€ concepito non pu† giustificarne l’abbandono o la distruzione.
In realt€ si ha l’impressione che alcuni ricercatori, privi di ogni riferimento etico e consapevoli delle potenzialit€ insite nel progresso tecnologico, sembrano cedere alla logica dei soli desideri soggettivi [30] e alla pressione economica, tanto forte in questo campo. Di fronte alla strumentalizzazione dell’essere umano allo stadio embrionale, occorre ripetere che ‡l’amore di Dio non fa differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l’uomo maturo o l’anziano. Non fa differenza perch„ in ognuno di essi vede l’impronta della propria immagine e somiglianza… Per questo il Magistero della Chiesa ha costantemente proclamato il carattere sacro e inviolabile di ogni vita umana, dal suo concepimento sino alla sua fine naturaleˆ [31].
L’Intra Cytoplasmic Sperm Injection (ICSI)
17. Tra le tecniche recenti di fecondazione artificiale ha progressivamente assunto un particolare rilievo l’Intra Cytoplasmic Sperm Injection [32]. L’ICSI ‚ diventata la tecnica di gran lunga piƒ utilizzata nell’ottica della migliore efficacia, e pu† superare diverse forme di sterilit€ maschile [33].
Come la fecondazione in vitro, della quale costituisce una variante, l’ICSI ‚ una tecnica intrinsecamente illecita: essa opera una completa dissociazione tra la procreazione e l’atto coniugale. Infatti anche l’ICSI ‡‚ attuata al di fuori del corpo dei coniugi mediante gesti di terze persone la cui competenza e attivit€ tecnica determinano il successo dell’intervento; essa affida la vita e l’identit€ dell’embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della tecnica sull’origine e sul destino della persona umana. Una siffatta relazione di dominio ‚ in s„ contraria alla dignit€ e all’uguaglianza che dev’essere comune a genitori e figli. Il concepimento in vitro ‚ il risultato dell’azione tecnica che presiede alla fecondazione; essa non ‚ n„ di fatto ottenuta n„ positivamente voluta come l’espressione e il frutto di un atto specifico dell’unione coniugaleˆ [34].
Il congelamento di embrioni
18. Uno dei metodi adoperati per ottenere il miglioramento del tasso di riuscita delle tecniche di procreazione in vitro ‚ la moltiplicazione del numero dei trattamenti successivi. Per non ripetere i prelievi di ovociti nella donna, si procede a un unico prelievo plurimo di ovociti, seguito dalla crioconservazione di una parte importante degli embrioni ottenuti in vitro [35], in previsione di un secondo ciclo di trattamento, nel caso di insuccesso del primo, ovvero nel caso in cui i genitori volessero un’altra gravidanza. Talvolta si procede al congelamento anche degli embrioni destinati al primo trasferimento, perch„ la stimolazione ormonale del ciclo femminile produce degli effetti che consigliano di attendere la normalizzazione delle condizioni fisiologiche prima di procedere al trasferimento degli embrioni nel grembo materno. La crioconservazione ‚ incompatibile con il rispetto dovuto agli embrioni umani: presuppone la loro produzione in vitro; li espone a gravi rischi di morte o di danno per la loro integrit€ fisica, in quanto un’alta percentuale non sopravvive alla procedura di congelamento e di scongelamento; li priva almeno temporaneamente dell’accoglienza e della gestazione materna; li pone in una situazione suscettibile di ulteriori offese e manipolazioni [36].
La maggior parte degli embrioni non utilizzati rimangono “orfani”. I loro genitori non li richiedono, e talvolta se ne perdono le tracce. Ci† spiega l’esistenza di depositi di migliaia e migliaia di embrioni congelati in quasi tutti i Paesi dove si pratica la fecondazione in vitro. 19. Per quanto riguarda il gran numero di embrioni congelati giƒ esistenti si pone la domanda: che fare di loro? Alcuni si pongono tale interrogativo senza coglierne la sostanza etica, motivati unicamente dalla necessit€ di osservare la legge che impone di svuotare dopo un certo tempo i depositi dei centri di crioconservazione, che poi saranno nuovamente riempiti. Altri sono coscienti, invece, che ‚ stata commessa una grave ingiustizia e si interrogano su come ottemperare al dovere di ripararvi. Sono chiaramente inaccettabili le proposte di usare tali embrioni per la ricerca o di destinarli a usi terapeutici, perch„ trattano gli embrioni come semplice “materiale biologico” e comportano la loro distruzione. Neppure la proposta di scongelare questi embrioni e, senza riattivarli, usarli per la ricerca come se fossero dei normali cadaveri, ‚ ammissibile [37].
Anche la proposta di metterli a disposizione di coppie infertili, come “terapia dell’infertilitƒ”, non ‚ eticamente accettabile a causa delle stesse ragioni che rendono illecita sia la procreazione artificiale eterologa sia ogni forma di maternit€ surrogata [38]; questa pratica comporterebbe poi diversi altri problemi di tipo medico, psicologico e giuridico.
Œ stata inoltre avanzata la proposta, solo al fine di dare un’opportunit€ di nascere ad esseri umani altrimenti condannati alla distruzione, di procedere ad una forma di “adozione prenatale”. Tale proposta, lodevole nelle intenzioni di rispetto e di difesa della vita umana, presenta tuttavia vari problemi non dissimili da quelli sopra elencati.
Occorre costatare, in definitiva, che le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile. Perci† Giovanni Paolo II lanci† un ‡appello alla coscienza dei responsabili del mondo scientifico ed in modo particolare ai medici perch„ venga fermata la produzione di embrioni umani, tenendo conto che non si intravede una via d’uscita moralmente lecita per il destino umano delle migliaia e migliaia di embrioni “congelati”, i quali sono e restano pur sempre titolari dei diritti essenziali e quindi da tutelare giuridicamente come persone umaneˆ [39].
Il congelamento di ovociti
20. Per evitare i gravi problemi etici posti dalla crioconservazione di embrioni, ‚ stata avanzata nell’ambito delle tecniche di fecondazione in vitro la proposta di congelare gli ovociti [40]. Una volta che ‚ stato prelevato un numero congruo di ovociti nella previsione di diversi cicli di procreazione artificiale, si prevede di fecondare soltanto gli ovociti che saranno trasferiti nella madre, e gli altri verrebbero congelati per essere eventualmente fecondati e trasferiti in caso di insuccesso del primo tentativo. Al riguardo occorre precisare che la crioconservazione di ovociti in ordine al processo di procreazione artificiale … da considerare moralmente inaccettabile. La riduzione embrionale
21. Alcune tecniche usate nella procreazione artificiale, soprattutto il trasferimento di piƒ embrioni al grembo materno, hanno dato luogo ad un aumento significativo della percentuale di gravidanze multiple. Perci† si ‚ fatta strada l’idea di procedere alla cosiddetta riduzione embrionale. Essa consiste in un intervento per ridurre il numero di embrioni o feti presenti nel seno materno mediante la loro diretta soppressione. La decisione di sopprimere esseri umani, in precedenza fortemente desiderati, rappresenta un paradosso e comporta spesso sofferenza e sentimento di colpa, che possono durare anni. Dal punto di vista etico, la riduzione embrionale … un aborto intenzionale selettivo. Si tratta, infatti, di eliminazione deliberata e diretta di uno o piƒ esseri umani innocenti nella fase iniziale della loro esistenza, e come tale costituisce sempre un disordine morale grave [41].
Le argomentazioni proposte per giustificare eticamente la riduzione embrionale si fondano spesso su analogie con catastrofi naturali o situazioni di emergenza nelle quali, malgrado la buona volont€ di ciascuno, non ‚ possibile salvare tutte le persone coinvolte. Queste analogie non possono fondare in alcun modo un giudizio morale positivo su una pratica direttamente abortiva. Altre volte ci si richiama a principi morali, come quelli del male minore o del duplice effetto, che qui non sono applicabili. Non ‚ mai lecito, infatti, realizzare un’azione che ‚ intrinsecamente illecita, neppure in vista di un fine buono: il fine non giustifica i mezzi.
La diagnosi pre-impiantatoria
22. La diagnosi pre-impiantatoria ‚ una forma di diagnosi prenatale, legata alle tecniche di fecondazione artificiale, che prevede la diagnosi genetica degli embrioni formati in vitro, prima del loro trasferimento nel grembo materno. Essa viene effettuata allo scopo di avere la sicurezza di trasferire nella madre solo embrioni privi di difetti o con un sesso determinato o con certe qualitƒ particolari.
Diversamente da altre forme di diagnosi prenatale, dove la fase diagnostica ‚ ben separata dalla fase dell’eventuale eliminazione e nell’ambito della quale le coppie rimangono libere di accogliere il bambino malato, alla diagnosi pre-impiantatoria segue ordinariamente l’eliminazione dell’embrione designato come “sospetto” di difetti genetici o cromosomici, o portatore di un sesso non voluto o di qualit€ non desiderate. La diagnosi pre-impiantatoria – sempre connessa con la fecondazione artificiale, gi€ di per s„ intrinsecamente illecita – ‚ finalizzata di fatto ad una selezione qualitativa con la conseguente distruzione di embrioni, la quale si configura come una pratica abortiva precoce. La diagnosi pre-impiantatoria ‚ quindi espressione di quella mentalitƒ eugenetica, ‡che accetta l’aborto selettivo, per impedire la nascita di bambini affetti da vari tipi di anomalie. Una simile mentalit€ ‚ lesiva della dignit€ umana e quanto mai riprovevole, perch„ pretende di misurare il valore di una vita umana soltanto secondo parametri di normalit€ e di benessere fisico, aprendo cos… la strada alla legittimazione anche dell’infanticidio e dell’eutanasiaˆ [42].
Trattando l’embrione umano come semplice “materiale di laboratorio”, si opera un’alterazione e una discriminazione anche per quanto riguarda il concetto stesso di dignitƒ umana. La dignit€ appartiene ugualmente ad ogni singolo essere umano e non dipende dal progetto parentale, dalla condizione sociale, dalla formazione culturale, dallo stato di sviluppo fisico. Se in altri tempi, pur accettando in generale il concetto e le esigenze della dignit€ umana, veniva praticata la discriminazione per motivi di razza, religione o condizione sociale, oggi si assiste ad una non meno grave ed ingiusta discriminazione che porta a non riconoscere lo statuto etico e giuridico di esseri umani affetti da gravi patologie e disabilit€: si viene cos… a dimenticare che le persone malate e disabili non sono una specie di categoria a parte perch„ la malattia e la disabilit€ appartengono alla condizione umana e riguardano tutti in prima persona, anche quando non se ne fa esperienza diretta. Tale discriminazione ‚ immorale e perci† dovrebbe essere considerata giuridicamente inaccettabile, cos… come ‚ doveroso eliminare le barriere culturali, economiche e sociali, che minano il pieno riconoscimento e la tutela delle persone disabili e malate.
Nuove forme di intercezione e contragestazione
23. Accanto ai mezzi contraccettivi propriamente detti, che impediscono il concepimento a seguito di un atto sessuale, esistono altri mezzi tecnici che agiscono dopo la fecondazione, quando l’embrione ‚ gi€ costituito, prima o dopo l’impianto in utero. Queste tecniche sono intercettive, se intercettano l’embrione prima del suo impianto nell’utero materno, e contragestative, se provocano l’eliminazione dell’embrione appena impiantato. Per favorire la diffusione dei mezzi intercettivi [43], si afferma talvolta che il loro meccanismo di azione non sarebbe sufficientemente conosciuto. Œ vero che non sempre si dispone di una conoscenza completa del meccanismo di azione dei diversi farmaci usati, ma gli studi sperimentali dimostrano che l’effetto di impedire l’impianto … certamente presente, anche se questo non significa che gli intercettivi provochino un aborto ogni volta che vengono assunti, anche perch„ non sempre dopo il rapporto sessuale avviene la fecondazione. Si deve notare, tuttavia, che in colui che vuol impedire l’impianto di un embrione eventualmente concepito, e pertanto chiede o prescrive tali farmaci, l’intenzionalit€ abortiva ‚ generalmente presente.
Quando si constata un ritardo mestruale, si ricorre talora alla contragestazione [44], che viene praticata abitualmente entro una o due settimane dopo la constatazione del ritardo. Lo scopo dichiarato ‚ quello di far ricomparire la mestruazione, ma in realt€ si tratta dell’aborto di un embrione appena annidato.
Come si sa, l’aborto ‡‚ l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascitaˆ [45]. Pertanto l’uso dei mezzi di intercezione e di contragestazione rientra nel peccato di abortoed ‚ gravemente immorale. Inoltre, qualora si raggiunga la certezza di aver realizzato l’aborto, secondo il diritto canonico, vi sono delle gravi conseguenze penali [46].
TERZA PARTE:
PROPOSTE
TERAPEUTICHE
COMPORTANO
MANIPOLAZIONE
DELL’EMBRIONE
O DEL PATRIMONIO GENETICO UMANO
24. Le conoscenze acquisite negli ultimi anni hanno aperto nuove prospettive per la medicina rigenerativa e per la terapia delle malattie su base genetica. In particolare ha suscitato un grande interesse la ricerca sulle cellule staminali embrionali e sulle possibili applicazioni terapeutiche future, che tuttavia fino ad oggi non hanno trovato riscontro sul piano dei risultati effettivi, a differenza della ricerca sulle cellule staminali adulte. Dal momento che alcuni hanno ritenuto che i traguardi terapeutici eventualmente raggiungibili mediante le cellule staminali embrionali potevano giustificare diverse forme di manipolazione e di distruzione di embrioni umani, ‚ emerso un insieme di questioni nell’ambito della terapia genica, della clonazione e dell’utilizzo di cellule staminali, sulle quali ‚ necessario un attento discernimento morale.
La terapia genica
25. Con il termine terapia genica si intende comunemente l’applicazione all’uomo delle tecniche di ingegneria genetica con una finalit€ terapeutica, vale a dire, con lo scopo di curare malattie su base genetica, anche se recentemente si sta tentando di applicare la terapia genica al trattamento di malattie non ereditarie, ed in particolare al trattamento del cancro. In teoria, ‚ possibile applicare la terapia genica a due livelli: nelle cellule somatiche e nelle cellule germinali. La terapia genica somatica si propone di eliminare o ridurre difetti genetici presenti a livello delle cellule somatiche, cio‚ delle cellule non riproduttive, che compongono i tessuti e gli organi del corpo. Si tratta, in questo caso, di interventi mirati a determinati distretti cellulari, con effetti confinati nel singolo individuo. La terapia genica germinale mira invece a correggere difetti genetici presenti in cellule della linea germinale, al fine di trasmettere gli effetti terapeutici ottenuti sul soggetto all’eventuale discendenza del medesimo. Tali interventi di terapia genica, sia somatica che germinale, possono essere effettuati sul feto prima della nascita – si parla allora di terapia genica in utero – o dopo la nascita, sul bambino o sull’adulto.
26. Per la valutazione morale occorre tener presenti queste distinzioni. Gli interventi sulle cellule somatiche con finalitƒ strettamente terapeutica sono in linea di principio moralmente leciti. Tali interventi intendono ripristinare la normale configurazione genetica del soggetto oppure contrastare i danni derivanti da anomalie genetiche presenti o da altre patologie correlate. Dato che la terapia genica pu† comportare rischi significativi per il paziente, bisogna osservare il principio deontologico generale secondo cui, per attuare un intervento terapeutico, ‚ necessario assicurare previamente che il soggetto trattato non sia esposto a rischi per la sua salute o per l’integrit€ fisica, che siano eccessivi o sproporzionati rispetto alla gravit€ della patologia che si vuole curare. Œ anche richiesto il consenso informato del paziente o di un suo legittimo rappresentante.
Diversa ‚ la valutazione morale della terapia genica germinale. Qualunque modifica genetica apportata alle cellule germinali di un soggetto sarebbe trasmessa alla sua eventuale discendenza. Poich„ i rischi legati ad ogni manipolazione genetica sono significativi e ancora poco controllabili, allo stato attuale della ricerca non … moralmente ammissibile agire in modo che i potenziali danni derivanti si diffondano nella progenie. Nell’ipotesi dell’applicazione della terapia genica sull’embrione, poi, occorre aggiungere che essa necessita di essere attuata in un contesto tecnico di fecondazione in vitro, andando incontro quindi a tutte le obiezioni etiche relative a tali procedure. Per queste ragioni, quindi, si deve affermare che, allo stato attuale, la terapia genica germinale, in tutte le sue forme, ‚ moralmente illecita.
27. Una considerazione specifica merita l’ipotesi di finalitƒ applicative dell’ingegneria genetica diverse da quella terapeutica. Taluni hanno immaginato la possibilit€ di utilizzare le tecniche di ingegneria genetica per realizzare manipolazioni con presunti fini di miglioramento e potenziamento della dotazione genetica. In alcune di queste proposte si manifesta una sorta di insoddisfazione o persino di rifiuto del valore dell’essere umano come creatura e persona finita. A parte le difficolt€ tecniche di realizzazione, con tutti i rischi reali e potenziali connessi, emerge soprattutto il fatto che tali manipolazioni favoriscono una mentalit€ eugenetica e introducono un indiretto stigma sociale nei confronti di coloro che non possiedono particolari doti e enfatizzano doti apprezzate da determinate culture e societ€, che non costituiscono di per s„ lo specifico umano. Ci† contrasterebbe con la verit€ fondamentale dell’uguaglianza tra tutti gli esseri umani, che si traduce nel principio di giustizia, la cui violazione, alla lunga, finirebbe per attentare alla convivenza pacifica tra gli individui. Inoltre, ci si chiede chi potrebbe stabilire quali modifiche siano da ritenersi positive e quali no, o quali dovrebbero essere i limiti delle richieste individuali di presunto miglioramento, dal momento che non sarebbe materialmente possibile esaudire i desideri di ciascun singolo uomo. Ogni possibile risposta a questi interrogativi deriverebbe comunque da criteri arbitrari ed opinabili. Tutto ci† porta a concludere che una tale prospettiva d’intervento finirebbe, prima o poi, per nuocere al bene comune, favorendo il prevalere della volont€ di alcuni sulla libert€ degli altri. Si deve rilevare infine che nel tentativo di creare un nuovo tipo di uomo si ravvisa una dimensione ideologica, secondo cui l’uomo pretende di sostituirsi al Creatore.
Nell’affermare la negativit€ etica di questo tipo di interventi, che implicano un ingiusto dominio dell’uomo sull’uomo, la Chiesa richiama anche la necessit€ di tornare ad una prospettiva di cura delle persone e di educazione all’accoglienza della vita umana nella sua concreta finitezza storica.
La clonazione umana
28. Per clonazione umana si intende la riproduzione asessuale e agamica dell’intero organismo umano, allo scopo di produrre una o piƒ “copie” dal punto di vista genetico sostanzialmente identiche all’unico progenitore [47].
La clonazione viene proposta con due scopi fondamentali: riproduttivo, cio‚ per ottenere la nascita di un bambino clonato, e terapeutico o di ricerca. La clonazione riproduttiva sarebbe in teoria capace di soddisfare alcune particolari esigenze, quali, ad esempio, il controllo dell’evoluzione umana; la selezione di esseri umani con qualit€ superiori; la preselezione del sesso del nascituro; la produzione di un figlio che sia la “copia” di un altro; la produzione di un figlio per una coppia affetta da forme di sterilit€ non altrimenti trattabili. La clonazione terapeutica, invece, ‚ stata proposta come strumento di produzione di cellule staminali embrionali con patrimonio genetico predeterminato, in modo da superare il problema del rigetto (immunoincompatibilit€); essa ‚ dunque collegata con la tematica dell’impiego delle cellule staminali.
I tentativi di clonazione hanno suscitato viva preoccupazione nel mondo intero. Diversi organismi a livello nazionale e internazionale hanno espresso valutazioni negative sulla clonazione umana e nella stragrande maggioranza dei Paesi ‚ stata vietata. La clonazione umana ‚ intrinsecamente illecita, in quanto, portando all’estremo la negativit€ etica delle tecniche di fecondazione artificiale, intende dare origine ad un nuovo essere umano senza connessione con l’atto di reciproca donazione tra due coniugi e, piƒ radicalmente, senza legame alcuno con la sessualitƒ. Tale circostanza d€ luogo ad abusi e a manipolazioni gravemente lesive della dignit€ umana [48].
29. Qualora la clonazione avesse uno scopo riproduttivo, si imporrebbe al soggetto clonato un patrimonio genetico preordinato, sottoponendolo di fatto – come ‚ stato affermato –ad una forma di schiavit† biologica dalla quale difficilmente potrebbe affrancarsi. Il fatto che una persona si arroghi il diritto di determinare arbitrariamente le caratteristiche genetiche di un’altra persona, rappresenta una grave offesa alla dignitƒ di quest’ultima e all’uguaglianza fondamentale tra gli uomini.
Dalla particolare relazione esistente tra Dio e l’uomo fin dal primo momento della esistenza deriva l’originalit€ di ogni persona, che obbliga a rispettarne la singolarit€ e l’integrit€, inclusa quella biologica e genetica. Ognuno di noi incontra nell’altro un essere umano che deve la propria esistenza e le proprie caratteristiche all’amore di Dio, del quale solo l’amore tra i coniugi costituisce una mediazione conforme al disegno del Creatore e Padre celeste. 30. Ancora piƒ grave dal punto di vista etico ‚ la clonazione cosiddetta terapeutica. Creare embrioni con il proposito di distruggerli, anche se con l’intenzione di aiutare i malati, ‚ del tutto incompatibile con la dignit€ umana, perch„ fa dell’esistenza di un essere umano, pur allo stadio embrionale, niente di piƒ che uno strumento da usare e distruggere. Œ gravemente immorale sacrificare una vita umana per una finalitƒ terapeutica.
Le obiezioni etiche, sollevate da piƒ parti contro la clonazione terapeutica e contro l’uso di embrioni umani formati in vitro, hanno spinto alcuni scienziati a proporre nuove tecniche, che vengono presentate come capaci di produrre cellule staminali di tipo embrionale senza presupporre per† la distruzione di veri embrioni umani [49]. Queste proposte hanno suscitato non pochi interrogativi scientifici ed etici, riguardanti soprattutto lo statuto ontologico del “prodotto” cos… ottenuto. Finch„ non sono chiariti questi dubbi, occorre tenere conto di quanto affermato dall’Enciclica Evangelium vitae: ‡tale ‚ la posta in gioco che, sotto il profilo dell’obbligo morale, basterebbe la sola probabilit€ di trovarsi di fronte ad una persona per giustificare la piƒ netta proibizione di ogni intervento volto a sopprimere l’embrione umanoˆ [50].
L’uso terapeutico delle cellule staminali
31. Le cellule staminali sono cellule indifferenziate che possiedono due caratteristiche fondamentali: a) la capacit€ prolungata di moltiplicarsi senza differenziarsi; b) la capacit€ di dare origine a cellule progenitrici di transito, dalle quali discendono cellule altamente differenziate, per esempio, nervose, muscolari, ematiche.
Da quando si ‚ verificato sperimentalmente che le cellule staminali, se trapiantate in un tessuto danneggiato, tendono a favorire la ripopolazione di cellule e la rigenerazione di tale tessuto, si sono aperte nuove prospettive per la medicina rigenerativa, che hanno suscitato grande interesse tra i ricercatori di tutto il mondo.
Nell’uomo, le fonti di cellule staminali finora individuate sono: l’embrione nei primi stadi del suo sviluppo, il feto, il sangue del cordone ombelicale, vari tessuti dell’adulto (midollo osseo, cordone ombelicale, cervello, mesenchima di vari organi, ecc.) e il liquido amniotico. Inizialmente, gli studi si sono concentrati sulle cellule staminali embrionali, poich„ si riteneva che solo queste possedessero grandi potenzialit€ di moltiplicazione e di differenziazione. Numerosi studi, per†, dimostrano che anche le cellule staminali adulte presentano una loro versatilit€. Anche se tali cellule non sembrano avere la medesima capacit€ di rinnovamento e la stessa plasticit€ delle cellule staminali di origine embrionale, tuttavia studi e sperimentazioni di alto livello scientifico tendono ad accreditare a queste cellule dei risultati piƒ positivi se confrontati con quelle embrionali. I protocolli terapeutici attualmente praticati prevedono l’uso di cellule staminali adulte e sono al riguardo state avviate molte linee di ricerca, che aprono nuovi e promettenti orizzonti.
32. Per la valutazione etica occorre considerare sia i metodi di prelievo delle cellule staminali sia i rischi del loro uso clinico o sperimentale.
Per ci† che concerne i metodi impiegati per la raccolta delle cellule staminali, essi vanno considerati in rapporto alla loro origine. Sono da considerarsi lecite quelle metodiche che non procurano un grave danno al soggetto da cui si estraggono le cellule staminali. Tale condizione si verifica, generalmente, nel caso di prelievo: a) dai tessuti di un organismo adulto; b) dal sangue del cordone ombelicale, al momento del parto; c) dai tessuti di feti morti di morte naturale. Il prelievo di cellule staminali dall’embrione umano vivente, al contrario, causa inevitabilmente la sua distruzione, risultando di conseguenza gravemente illecito. In questo caso ‡la ricerca, a prescindere dai risultati di utilit€ terapeutica, non si pone veramente a servizio dell’umanit€. Passa infatti attraverso la soppressione di vite umane che hanno uguale dignit€ rispetto agli altri individui umani e agli stessi ricercatori. La storia stessa ha condannato nel passato e condanner€ in futuro una tale scienza, non solo perch„ priva della luce di Dio, ma anche perch„ priva di umanit€ˆ [51].
L’utilizzo di cellule staminali embrionali, o cellule differenziate da esse derivate, eventualmente fornite da altri ricercatori, sopprimendo embrioni, o reperibili in commercio, pone seri problemi dal punto di vista della cooperazione al male e dello scandalo [52].
Per quanto riguarda l’uso clinico di cellule staminali ottenute mediante procedure lecite non ci sono obiezioni morali. Vanno tuttavia rispettati i comuni criteri di deontologia medica. Al riguardo occorre procedere con grande rigore e prudenza, riducendo al minimo gli eventuali rischi per i pazienti, facilitando il confronto degli scienziati tra di loro e offrendo un’informazione completa al grande pubblico. Œ da incoraggiare l’impulso e il sostegno alla ricerca riguardante l’impiego delle cellule staminali adulte, in quanto non comporta problemi etici [53].
Tentativi di ibridazione
33. Recentemente sono stati utilizzati ovociti animali per la riprogrammazione di nuclei di cellule somatiche umane – generalmente chiamata clonazione ibrida –, al fine di estrarre cellule staminali embrionali dai risultanti embrioni, senza dover ricorrere all’uso di ovociti umani. Dal punto di vista etico simili procedure rappresentano una offesa alla dignit€ dell’essere umano, a causa della mescolanza di elementi genetici umani ed animali capaci di turbare l’identitƒ specifica dell’uomo. L’eventuale uso delle cellule staminali, estratte da tali embrioni, comporterebbe inoltre dei rischi sanitari aggiuntivi, ancora del tutto sconosciuti, per la presenza di materiale genetico animale nel loro citoplasma. Esporre consapevolmente un essere umano a questi rischi ‚ moralmente e deontologicamente inaccettabile.
L’uso di “materiale biologico” umano di origine illecita
34. Per la ricerca scientifica e per la produzione di vaccini o di altri prodotti talora vengono utilizzate linee cellulari che sono il risultato di un intervento illecito contro la vita o l’integrit€ fisica dell’essere umano. La connessione con l’azione ingiusta pu† essere immediata o mediata, dato che si tratta generalmente di cellule che si riproducono facilmente e in abbondanza. Questo “materiale” talvolta viene commercializzato, talvolta ‚ distribuito gratuitamente ai centri di ricerca da parte degli organismi statali che per legge hanno tale compito. Tutto ci† d€ luogo a diversi problemi etici, in tema di cooperazione al male e di scandalo. Conviene pertanto enunciare i principi generali, a partire dai quali gli operatori di retta coscienza possono valutare e risolvere le situazioni in cui eventualmente potrebbero essere coinvolti nella loro attivit€ professionale.
Occorre ricordare innanzitutto che la stessa valutazione morale dell’aborto ‡‚ da applicare anche alle recenti forme di intervento sugli embrioni umani che, pur mirando a scopi in s„ legittimi, ne comportano inevitabilmente l’uccisione. Œ il caso della sperimentazione sugli embrioni, in crescente espansione nel campo della ricerca biomedica e legalmente ammessa in alcuni Stati… L’uso degli embrioni o dei feti umani come oggetto di sperimentazione costituisce un delitto nei riguardi della loro dignit€ di esseri umani, che hanno diritto al medesimo rispetto dovuto al bambino gi€ nato e ad ogni personaˆ [54]. Queste forme di sperimentazione costituiscono sempre un disordine morale grave [55].
35. Una fattispecie diversa viene a configurarsi quando i ricercatori impiegano “materiale biologico” di origine illecita che ‚ stato prodotto fuori dal loro centro di ricerca o che si trova in commercio. L’Istruzione Donum vitae ha formulato il principio generale che in questi casi deve essere osservato: ‡I cadaveri di embrioni o feti umani, volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani. In particolare non possono essere oggetto di mutilazioni o autopsie se la loro morte non ‚ stata accertata e senza il consenso dei genitori o della madre. Inoltre va sempre fatta salva l’esigenza morale che non vi sia stata complicit€ alcuna con l’aborto volontario e che sia evitato il pericolo di scandaloˆ [56].
A tale proposito ‚ insufficiente il criterio dell’indipendenza formulato da alcuni comitati etici, vale a dire, affermare che sarebbe eticamente lecito l’utilizzo di “materiale biologico” di illecita provenienza, sempre che esista una chiara separazione tra coloro che da una parte producono, congelano e fanno morire gli embrioni e dall’altra i ricercatori che sviluppano la sperimentazione scientifica. Il criterio di indipendenza non basta a evitare una contraddizione nell’atteggiamento di chi afferma di non approvare l’ingiustizia commessa da altri, ma nel contempo accetta per il proprio lavoro il “materiale biologico” che altri ottengono mediante tale ingiustizia. Quando l’illecito ‚ avallato dalle leggi che regolano il sistema sanitario e scientifico, occorre prendere le distanze dagli aspetti iniqui di tale sistema, per non dare l’impressione di una certa tolleranza o accettazione tacita di azioni gravemente ingiuste [57]. Ci† infatti contribuirebbe a aumentare l’indifferenza, se non il favore con cui queste azioni sono viste in alcuni ambienti medici e politici. Talvolta si obietta che le considerazioni precedenti sembrano presupporre che i ricercatori di buona coscienza avrebbero il dovere di opporsi attivamente a tutte le azioni illecite realizzate in ambito medico, allargando cos… la loro responsabilit€ etica in modo eccessivo. Il dovere di evitare la cooperazione al male e lo scandalo, in realt€, riguarda la loro attivit€ professionale ordinaria, che devono impostare rettamente e mediante la quale devono testimoniare il valore della vita, opponendosi anche alle leggi gravemente ingiuste. Va pertanto precisato che il dovere di rifiutare quel “materiale biologico” – anche in assenza di una qualche connessione prossima dei ricercatori con le azioni dei tecnici della procreazione artificiale o con quella di quanti hanno procurato l’aborto, e in assenza di un previo accordo con i centri di procreazione artificiale – scaturisce dal dovere di separarsi, nell’esercizio della propria attivit€ di ricerca, da un quadro legislativo gravemente ingiusto e di affermare con chiarezza il valore della vita umana. Perci† il sopra citato criterio di indipendenza ‚ necessario, ma pu† essere eticamente insufficiente.
Naturalmente all’interno di questo quadro generale esistono responsabilitƒ differenziate, e ragioni gravi potrebbero essere moralmente proporzionate per giustificare l’utilizzo del suddetto “materiale biologico”. Cos…, per esempio, il pericolo per la salute dei bambini pu† autorizzare i loro genitori a utilizzare un vaccino nella cui preparazione sono state utilizzate linee cellulari di origine illecita, fermo restando il dovere da parte di tutti di manifestare il proprio disaccordo al riguardo e di chiedere che i sistemi sanitari mettano a disposizione altri tipi di vaccini. D’altra parte, occorre tener presente che nelle imprese che utilizzano linee cellulari di origine illecita non ‚ identica la responsabilit€ di coloro che decidono dell’orientamento della produzione rispetto a coloro che non hanno alcun potere di decisione.
Nel contesto della urgente mobilitazione delle coscienze in favore della vita, occorre ricordare agli operatori sanitari che ‡la loro responsabilit€ ‚ oggi enormemente accresciuta e trova la sua ispirazione piƒ profonda e il suo sostegno piƒ forte proprio nell’intrinseca e imprescindibile dimensione etica della professione sanitaria, come gi€ riconosceva l’antico e sempre attuale giuramento di Ippocrate, secondo il quale ad ogni medico ‚ chiesto di impegnarsi per il rispetto assoluto della vita umana e della sua sacralit€ˆ [58].
CONCLUSIONE
36. L’insegnamento morale della Chiesa ‚ stato talvolta accusato di contenere troppi divieti. In realt€ esso ‚ fondato sul riconoscimento e sulla promozione di tutti i doni che il Creatore ha concesso all’uomo, come la vita, la conoscenza, la libert€ e l’amore. Un particolare apprezzamento meritano perci† non soltanto le attivit€ conoscitive dell’uomo, ma anche quelle pratiche, come il lavoro e l’attivit€ tecnologica. Con queste ultime, infatti, l’uomo, partecipe del potere creatore di Dio, ‚ chiamato a trasformare il creato, ordinandone le molteplici risorse in favore della dignit€ e del benessere di tutti gli uomini e di tutto l’uomo, e ad esserne anche il custode del valore e dell’intrinseca bellezza.
Ma la storia dell’umanit€ ‚ testimone di come l’uomo abbia abusato, e abusi ancora, del potere e delle capacit€ che gli sono state affidate da Dio, dando luogo a diverse forme di ingiusta discriminazione e di oppressione nei confronti dei piƒ deboli e dei piƒ indifesi. I quotidiani attentati contro la vita umana; l’esistenza di grandi aree di povert€ nelle quali gli uomini muoiono di fame e di malattia, esclusi dalle risorse conoscitive e pratiche di cui invece dispongono in sovrabbondanza molti Paesi; uno sviluppo tecnologico ed industriale che sta creando il concreto rischio di un crollo dell’ecosistema; l’uso delle ricerche scientifiche nell’ambito della fisica, della chimica e della biologia per scopi bellici; le numerose guerre che ancor oggi dividono popoli e culture, sono, purtroppo, soltanto alcuni segni eloquenti di come l’uomo possa fare un cattivo uso delle sue capacit€ e diventare il peggior nemico di se stesso, perdendo la consapevolezza della sua alta e specifica vocazione di essere collaboratore dell’opera creatrice di Dio. Parallelamente la storia dell’umanit€ manifesta un reale progresso nella comprensione e nel riconoscimento del valore e della dignitƒ di ogni persona, fondamento dei diritti e degli imperativi etici con cui si ‚ cercato e si cerca di costruire la societ€ umana. Proprio in nome della promozione della dignit€ umana si ‚, perci†, vietato ogni comportamento ed ogni stile di vita che risultava lesivo di tale dignit€. Cos…, per esempio, i divieti, giuridico-politici e non solo etici, nei confronti delle varie forme di razzismo e di schiavitƒ, delle ingiuste discriminazioni ed emarginazioni delle donne, dei bambini, delle persone malate o con gravi disabilit€, sono testimonianza evidente del riconoscimento del valore inalienabile e dell’intrinseca dignit€ di ogni essere umano e segno di un progresso autentico che percorre la storia dell’umanit€. In altri termini, la legittimit€ di ogni divieto si fonda sulla necessit€ di tutelare un autentico bene morale. 37. Se il progresso umano e sociale si ‚ inizialmente caratterizzato soprattutto attraverso lo sviluppo dell’industria e della produzione dei beni di consumo, oggi si qualifica per lo sviluppo dell’informatica, delle ricerche nel campo della genetica, della medicina e delle biotecnologie applicate anche all’uomo, settori di grande importanza per il futuro dell’umanit€ nei quali, per†, si verificano anche evidenti e inaccettabili abusi. ‡Come un secolo fa ad essere oppressa nei suoi fondamentali diritti era la classe operaia, e la Chiesa con grande coraggio ne prese le difese, proclamando i sacrosanti diritti della persona del lavoratore, cos… ora, quando un’altra categoria di persone ‚ oppressa nel diritto fondamentale alla vita, la Chiesa sente di dover dare voce con immutato coraggio a chi non ha voce. Il suo ‚ sempre il grido evangelico in difesa dei poveri del mondo, di quanti sono minacciati, disprezzati e oppressi nei loro diritti umaniˆ [59].
In virtƒ della missione dottrinale e pastorale della Chiesa, la Congregazione per la Dottrina della Fede si ‚ sentita in dovere di riaffermare la dignit€ e i diritti fondamentali e inalienabili di ogni singolo essere umano, anche negli stadi iniziali della sua esistenza, e di esplicitare le esigenze di tutela e di rispetto che il riconoscimento di tale dignit€ a tutti richiede.
L’adempimento di questo dovere implica il coraggio di opporsi a tutte quelle pratiche che determinano una grave e ingiusta discriminazione nei confronti degli esseri umani non ancora nati, che hanno la dignit€ di persona, creati anch’essi ad immagine di Dio. Dietro ogni “no” rifulge, nella fatica del discernimento tra il bene e il male, un grande “s•” al riconoscimento della dignitƒ e del valore inalienabili di ogni singolo ed irripetibile essere umano chiamato all’esistenza. I fedeli si impegneranno con forza a promuovere una nuova cultura della vita, accogliendo i contenuti di questa Istruzione con l'assenso religioso del loro spirito, sapendo che Dio offre sempre la grazia necessaria per osservare i suoi comandamenti e che in ogni essere umano, soprattutto nei piƒ piccoli, si incontra Cristo stesso (cf. Mt 25, 40). Anche tutti gli uomini di buona volont€, in particolare i medici e i ricercatori aperti al confronto e desiderosi di raggiungere la verit€, sapranno comprendere e condividere questi principi e valutazioni, volti alla tutela della fragile condizione dell’essere umano nei suoi stadi iniziali di vita e alla promozione di una civilt€ piƒ umana. Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, nell’Udienza concessa il 20 giugno 2008 al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Istruzione, decisa nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’8 settembre 2008, Festa della Nativitƒ della Beata Vergine Maria. Ladaria,
[1] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae su il rispetto della vita umana nascente e la dignit€ della procreazione (22 febbraio 1987): AAS 80 (1988), 70-102.
[2] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Veritatis splendor circa alcune questioni fondamentali dell’insegnamento morale della Chiesa (6 agosto 1993): AAS 85 (1993), 1133-1228.
[3] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae sul valore e l’inviolabilit€ della vita umana (25 marzo 1995): AAS 87 (1995), 401-522.
[4] Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla VII Assemblea della Pontificia Accademia per la Vita (3 marzo 2001), n. 3: AAS 93 (2001), 446.
[5] Cf. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Fides et ratio circa i rapporti tra fede e ragione (14 settembre 1998), n. 1: AAS 91 (1999), 5. [6] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, I, 1: AAS 80 (1988), 79.
[7] Come ha ricordato Benedetto XVI, i diritti umani, in particolare il diritto di ogni essere umano alla vita, ‡sono basati sulla legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo e presente nelle diverse culture e civilt€. Rimuovere i diritti umani da questo contesto significherebbe restringere il loro ambito e cedere ad una concezione relativistica, secondo la quale il significato e l’interpretazione dei diritti potrebbero variare e la loro universalit€ verrebbe negata in nome di contesti culturali, politici, sociali e persino religiosi differenti. Non si deve tuttavia permettere che tale ampia variet€ di punti di vista oscuri il fatto che non solo i diritti sono universali, ma lo ‚ anche la persona umana, soggetto di questi dirittiˆ (Discorso all’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008: AAS 100 [2008], 334). [8] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, I, 1: AAS 80 (1988), 78-79.
[9] Ibid., II, A, 1: l.c., 87.
[10] Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae (25 luglio 1968), n. 8: AAS 60 (1968), 485-486.
[11] Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al Congresso internazionale promosso dalla Pontificia Universit€ Lateranense, nel 40Ž anniversario dell’Enciclica Humanae vitae (10 maggio 2008): L’Osservatore Romano, 11 maggio 2008, p. 1; cf. Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra (15 maggio 1961), III: AAS 53 (1961), 447.
[12] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 22.
[13] Cf. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 37-38: AAS 87 (1995), 442-444.
[14] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Veritatis splendor, n. 45: AAS 85 (1993), 1169. [15] Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita e al Congresso internazionale “L’embrione umano nella fase del preimpianto” (27 febbraio 2006): AAS 98 (2006), 264. [16] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, Introduzione, 3: AAS 80 (1988), 75.
[17] Giovanni Paolo II, Esort. apost. Familiaris consortio circa i compiti della famiglia cristiana nel mondo di oggi (22 novembre 1981), n. 19: AAS 74 (1982), 101-102.
[18] Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Dich. Dignitatis humanae, n. 14.
[19] Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, II, A, 1: AAS 80 (1988), 87.
[20] Ibid., II, B, 4: l.c., 92.
[21] Ibid., Introduzione, 3: l.c., 75.
[22] Per fecondazione o procreazione artificiale eterologa si intendono ‡le tecniche volte a ottenere artificialmente un concepimento umano a partire da gameti provenienti almeno da un donatore diverso dagli sposi, che sono uniti in matrimonioˆ (ibid., II: l.c., 86).
[23] Per fecondazione o procreazione artificiale omologa si intende ‡la tecnica volta a ottenere un concepimento umano a partire dai gameti di due sposi uniti in matrimonioˆ (ibid.).
[24] Ibid., II, B, 7: l.c., 96; cf. Pio XII, Discorso ai partecipanti al IV Congresso internazionale dei medici cattolici (29 settembre 1949): AAS 41 (1949), 560.
[25] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, II, B, 6: l.c., 94.
[26] Cf. ibid., II: l.c., 86. [27] Attualmente, anche nei maggiori centri di fecondazione artificiale, il numero di embrioni sacrificati si aggira al di sopra dell’80%. [28] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 14: AAS 87 (1995), 416.
[29] Cf. Pio XII, Discorso ai partecipanti al II Congresso Mondiale di Napoli sulla fecondit€ e sterilit€ umana (19 maggio 1956): AAS 48 (1956), 470; Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, n. 12: AAS 60 (1968), 488-489; Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, II, B, 4-5: AAS 80 (1988), 90-94.
[30] Sempre piƒ persone, anche non legate dal vincolo coniugale, ricorrono alle tecniche di fecondazione artificiale al fine di avere un figlio. Tali pratiche indeboliscono l’istituzione matrimoniale e fanno nascere bambini in ambienti non favorevoli al loro pieno sviluppo umano.
[31] Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita e al Congresso Internazionale “L’embrione umano nella fase del preimpianto” (27 febbraio 2006): AAS 98 (2006), 264.
[32] L’Intra Cytoplasmic Sperm Injection (ICSI), simile pressoch„ in tutto ad altre forme della fecondazione in vitro, si differenzia da esse, perch„ la fecondazione non avviene spontaneamente in provetta, bens… mediante l’iniezione nel citoplasma dell’ovocita di un singolo spermatozoo precedentemente selezionato o, talora, mediante l’iniezione di elementi immaturi della linea germinale maschile.
[33] Al riguardo si segnala tuttavia che gli specialisti discutono su alcuni rischi che l’ICSI pu† comportare per la salute del concepito.
[34] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, II, B, 5: AAS 80 (1988), 93.
[35] La crioconservazione in riferimento agli embrioni ‚ un procedimento di raffreddamento a bassissime temperature al fine di consentirne una lunga conservazione.
[36] Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, I, 6: AAS 80 (1988), 84-85.
[37] Cf. n. 34-35 di questa Istruzione.
[38] Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, II, A, 1-3: AAS 80
(1988), 87-89.
[39] Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al Simposio su “Evangelium vitae e diritto” e all’XI Colloquio internazionale romanistico canonistico (24 maggio 1996), n. 6: AAS 88 (1996), 943-944.
[40] La crioconservazione degli ovociti ‚ stata prospettata anche in altri contesti che qui non vengono considerati. Per ovocito si intende la cellula germinale femminile non penetrata dallo spermatozoo. [41] Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 51; Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 62: AAS 87 (1995), 472.
[42] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 63: AAS 87 (1995), 473.
[43] I piƒ noti mezzi intercettivi sono la spirale o IUD (IntraUterine Device) e la cosiddetta “pillola del giorno dopo”. [44] I principali mezzi di contragestazione sono la pillola RU 486 o Mifepristone, le prostaglandine e il Methotrexate.
[45] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 58: AAS 87 (1995), 467.
[46] Cf. CIC, can. 1398 e CCEO, can. 1450 • 2; cf. anche CIC, can. 1323-1324. La Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico ha dichiarato che con il concetto penale di aborto si intende ‡l’uccisione del feto in qualunque modo e in qualunque tempo dal momento del concepimentoˆ (Risposte a dubbi, 23 maggio 1988: AAS80 [1988], 1818). [47] Allo stato attuale delle conoscenze, le tecniche proposte per realizzare la clonazione umana sono due: la fissione gemellare e il trasferimento di nucleo. La fissione gemellareconsiste nella separazione artificiale di singole cellule o gruppi di cellule dall’embrione, nelle prime fasi dello sviluppo, e nel successivo trasferimento in utero di queste cellule, allo scopo di ottenere, in modo artificiale, embrioni identici. Il trasferimento di nucleo, o clonazione propriamente detta, consiste nell’introduzione di un nucleo prelevato da una cellula embrionaria o somatica in un ovocita precedentemente denucleato, seguita dall’attivazione di questo ovocita che, di conseguenza, dovrebbe svilupparsi come embrione.
[48] Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, I, 6: AAS 80 (1988), 84; Giovanni Paolo II, Discorso ai Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede (10 gennaio 2005), n. 5: AAS 97 (2005), 153. [49] Nuove tecniche di questo genere sono, per esempio, l’applicazione della partenogenesi all’uomo, il trasferimento di un nucleo alterato (Altered Nuclear Transfer: ANT) e la riprogrammazione assistita dell’ovocita (Oocyte Assisted Reprogramming: OAR).
[50] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 60: AAS 87 (1995), 469.
[51] Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al Congresso internazionale sul tema: “Le cellule staminali: quale futuro in ordine alla terapia?”, promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita (16 settembre 2006): AAS 98 (2006), 694.
[52] Cf. n. 34-35 di questa Istruzione.
[53] Cf. Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al Congresso internazionale sul tema: “Le cellule staminali: quale futuro in ordine alla terapia?”, promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita” (16 settembre 2006): AAS 98 (2006), 693-695.
[54] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 63: AAS 87 (1995), 472-473.
[55] Cf. ibid., n. 62: l.c., 472.
[56] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, I, 4: AAS 80 (1988), 83.
[57] Cf. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 73: AAS 87 (1995), 486: ‡L’aborto e l’eutanasia sono dunque crimini che nessuna legge umana pu† pretendere di legittimare. Leggi di questo tipo non solo non creano nessun obbligo per la coscienza, ma sollevano piuttosto un grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienzaˆ. Il diritto all’obiezione di coscienza, espressione del diritto alla libert€ di coscienza, dovrebbe essere tutelato dalle legislazioni civili.
[58] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 89: AAS 87 (1995), 502.
[59] Giovanni Paolo II, Lettera a tutti i Vescovi circa “Il Vangelo della vita” (19 maggio 1991): AAS 84 (1992), 319.

Source: http://www.parrocchiagottolengo.it/moduli/Istruzione%20DIGNITAS%20PERSONAE.pdf

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